E' una delle domande che mi sento fare più spesso. Ed è una di quelle che alimentano la fatica di chi, come me, si occupa di diversità e inclusione.
Perché, prima o poi, arriva sempre la richiesta:
👉 “Qual è l’impatto?”
Ci sono decine di ricerche che dimostrano il valore strategico dell’inclusione.
Eppure chi lavora su questi temi si ritrova ancora a dover convincere, spiegare, quantificare, dimostrare. E ovviamente: “non con evidenze soft, perché quelle non valgono.”
Come se l’inclusione dovesse essere giustificata in numeri per poter contare davvero.
Così passiamo ore a cercare pubblicazioni, report statistici, benchmark rigorosi e scientifici… per dare valore a ciò che, in realtà, dovrebbe essere evidente.
👉E se provassimo a cambiare prospettiva?
Invece di chiederci “quanto impatta”, potremmo domandarci: “Cosa succede se NON lo facciamo?”
Ad esempio, cosa perdiamo ogni volta che:
- una persona non si sente inclusa, ascoltata, rappresentata?
- non assumiamo una persona competente solo perché non rientra in un modello predefinito?
- una persona decide di lasciare l’azienda perché non si sente valorizzata?
(Comunque, per chi vuole i numeri… nessun problema: la mia raccolta di paper è sempre aggiornata 😉)

